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Didattica |
FontiPredicazione e vita religiosa nella società italiana (da Carlo Magno alla Controriforma)a cura di Roberto Rusconi © 1981-2006 – Roberto Rusconi Sezione I – L'inquadramento religioso delle popolazioni nell'alto medioevo16. Un vescovo e la predicazione del suo clero parrocchialeIn occasione della Pasqua dell'anno 966 il vescovo di Verona, Raterio, un monaco benedettino originario di Liegi, invia una lettera a tutti i chierici della sua diocesi, ricordando loro con una certa severità i loro doveri di pastori d'anime e la necessità di condurre una vita irreprensibile. In questa lettera, detta Synodica ad presbyteros, è inserita una più antica ammonizione sui doveri del clero, attribuita a papa Leone IV (847-855). In realtà la menzione dei modi e dei tempi della predicazione nelle costituzioni sinodali di Raterio non è tanto la testimonianza della continuità oppure della ripresa di una prassi pastorale, quanto della sua cultura giuridica e della sua conoscenza della legislazione ecclesiastica carolingia. Fonte: F. WEIGLE, Die Briefe des Bischofs Rather von Verona, in Monumenta Germaniae Historica: Die Briefe der deutschen Kaiserzeit, I, Weimar, H. Böhlaus Nachfolger, 1949, pp. 134-35. La traduzione è mia. Ci preoccupiamo di ammonirvi, anche in relazione al ministero a voi affidato, affinché ciascuno di voi, se è possibile, tenga scritta presso di sé l'esposizione del simbolo e della preghiera del Signore secondo la tradizione ortodossa, e la comprenda pienamente, e di conseguenza, se la conosce, per mezzo della predicazione istruisca con sollecitudine il popolo a lui affidato; se non la conosce, almeno la impari e vi creda. Comprenda anche bene le preghiere e il canone della messa; se non li comprende, sia almeno in grado di proferirli a memoria e distintamente. Che possa ciascuno leggere bene l'epistola e il Vangelo, e piacesse al cielo che potesse spiegare il suo significato almeno alla lettera. […] Impari a memoria, come dissi prima, il sermone del vescovo Atanasio sulla fede nella Trinità, che inizia così: «Quicumque vult». Sia in grado di pronunciare distintamente esorcismi ed orazioni per i catecumeni, ed anche per consacrare un fonte battesimale e le altre preghiere da pronunciare sui maschi e sulle femmine, al plurale e al singolare. Allo stesso modo sia in grado di pronunciare la formula del battesimo e, per soccorrere gli infermi, anche la formula della riconciliazione, secondo le modalità che gli sono riservate dal diritto canonico, e di ungere gli infermi. Almeno sappia leggere bene anche le preghiere che si rendono necessarie in queste circostanze. Allo stesso modo impari a memoria la formula delle preghiere per celebrare le esequie dei defunti, e allo stesso modo gli esorcismi e le benedizioni del sale e dell'acqua. Impari il cantico del giorno e della notte. Conosca, se è possibile, il calendario dell'anno liturgico, la determinazione e la concorrenza delle festività e del giorno di Pasqua, e tutto il resto. Abbia un martirologio [1] ed un libro penitenziale. [1] Libro in cui sono annotati i nomi e le vicende dei martiri cristiani. |
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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006 |